Monastero di Chelishi

Immerso nella bellezza naturale della regione Racha della Georgia, a circa 4 chilometri dal pittoresco villaggio di Nikortsminda, la Chiesa della Madre di Dio, parte del Monastero di Chelishi, veglia silenziosa nel cuore del profondo canyon del fiume Shareula. Le rovine del complesso monastico si raggruppano attorno a lei, un'eco tangibile di tempi lontani.

Annidato sotto la silhouette ombrosa del Monte Sashevardno, il Monastero di Chelishi si erge come un testimone resiliente di un'epoca passata. Un tempo era un vivace faro culturale di Racha, la cui fiamma spirituale è stata portata avanti in innumerevoli manoscritti tramandati attraverso le generazioni. Per quasi un millennio, i monaci trovarono rifugio e illuminazione all'interno delle sue sacre mura, i loro insegnamenti che plasmarono il tessuto culturale e religioso di Racha.

Il Monastero di Chelishi era più di un santuario religioso: era un deposito dei tesori culturali della Georgia. Ospitava innumerevoli manoscritti e reperti, molti dei quali adornano ora le sale di vari musei. Nel 1902, il canonizzato Archimandrita Ambrosi Khelaia fece una scoperta sorprendente: una tomba contenente il manoscritto un tempo perduto di "Moktsevai Kartlisai" ("La Conversione di Kartli"), un'opera storica e agiografica georgiana fondamentale.

La bellezza austera del monastero si estende oltre i suoi terreni sacri. A pochi metri di distanza, le celle dei monaci sono incise nella facciata rocciosa. Voci sussurrano di un passaggio sotterraneo che un tempo collegava queste celle al monastero.

Fondato nei secoli IX-X, il monastero riacquistò il suo aspetto originale nella seconda metà del XVI secolo, dopo meticolose riparazioni. Costruita con pezzi di calce e pietre delle rocce circostanti, questa basilica a navata unica è un testimone resiliente del patrimonio religioso della Georgia. Aggiunte successive, come un campanile, contribuiscono al suo fascino architettonico.

Il Monastero di Chelishi, situato a ovest di Nikortsminda, cullato all'interno del canyon del fiume Shareula, ha origini incise negli annali storici del XI secolo. Il monastero, rinomato per il suo passato ricco di storia e per la creazione del "Vangelo di Chelishi", divenne una filiale spirituale della diocesi di Nikortsminda nel 1591 e successivamente fu trasferito al Monastero di Gelati nel 1637.

L'importanza del monastero si estende ben oltre la sua grandezza architettonica: servì come custode di molti manoscritti georgiani inestimabili, incluso "L'Appello di Kartli", scoperto da Ambrosi Khelaia nel 1902. Le iniziative educative del monastero continuarono fino agli anni '30 del XX secolo, lasciando un'impronta indelebile nel panorama culturale della Georgia.

Monastero di Chelishi Mappa

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